by oliver | October 25, 2017 | Racconti |
[leggi la prima parte qui]
“Là… da quella parte.” – “In questi giorni è stato sempre così?” – “Nessuna variazione, compare sempre nello stesso luogo, quando tento di avvicinarlo svanisce.” – “Quindi è una tua conoscenza.” – “Si, è il mio vecchio amico, abbiamo seguito ambedue la stessa strada, ma alla fine lui non è riuscito a cogliere l’ultimo segreto, essendo al servizio del Daimyo è dovuto partire per la guerra, dove mi hanno detto che ha trovato una morte onorevole, quando l’ho visto non mi è stato possibile riconoscerlo, io sentivo di sapere, ma la mente rifiutava di credere, quando sono riuscito ad osservarlo ho superato quel limite.” – “Quindi non è arrivato a cogliere l’essenza del Tiro con l’Arco, e di questo era molto amareggiato?” – “Mi promise che sarebbe tornato per finire il suo percorso.” – “Dunque è questo che lo trattiene ancora qui, deve conoscere, altrimenti non sarà mai in pace, il problema riguarda tutti e due, dovrai prepararti, sarà qualcosa di pericoloso, ora devo ritirarmi in meditazione, quando avrò finito esporrò le mie conclusioni, e la decisione sarà tua.”
Il Monaco prese posto nella piccola pagoda, restò a lungo in raccoglimento, preparazione al rito, qualcosa di estremo, ben pochi potevano asserire di essere riusciti a conseguire il successo, aveva tutti gli elementi per poter eseguire questo? Il dubbio gli sferzava la mente, avrebbe dovuto rinunciare? Pericolo che si annida, l’officiante non ne sarebbe stato esente, ogni errore sarebbe stato dolorosamente pagato, ma era la sua missione, doveva fare in modo di concedere pace… il prezzo non aveva importanza.
“Potrei semplicemente fargli oltrepassare il limite e tutto sarebbe risolto, ma il suo spirito resterebbe insoddisfatto.” – “No, nessuno di noi due potrebbe perdonarselo.” – “Come si presenta il segreto dell’Arco.” – “Non si può spiegare a parole il gesto in conformità con le leggi della natura, scoccare la freccia senza desiderio.” – “Come avviene questo?” – “Dopo lungo apprendimento è lo stesso corpo che impara a disporsi lungo la via della freccia, unione di tecnica e spirito.” – “Quindi si può dire che il tuo corpo ha appreso questo segreto, come avevo previsto si deve ottenere uno scambio dell’essenza spirituale, tu dovrai lasciare il posto, perché lui possa attraverso il tuo corpo fare l’esperienza del tiro corretto, ma ti avverto, ci saranno dei pericoli.” – “Dimmi…” – “Io creerò il ponte su cui potrete scambiare le essenze, e terrò aperta la via, quando sarai oltre la soglia lo troverai là che ti aspetta e lo indirizzerai, mentre lui sarà al tuo posto, tu resterai sospeso tra un mondo e l’altro, e subirai la tentazione dell’Abisso, nessuno può sapere cosa c’è oltre, e più resterai là, più questa attrazione sarà forte, ma se andrai non potrai tornare, hai compreso?” – “Certo, ma non posso in coscienza ritirarmi da questa impresa, sarà quello che deve, quando ti sentirai pronto cominceremo.”
…
Al centro dell’area di preparazione al tiro nel Dojo prendiamo posto, tutti sono stati mandati a casa e siamo nella più assoluta tranquillità, mi accingo a compiere il Rito, raccolgo le mie energie, ogni elemento scorre intorno, intreccio dei fiumi della vita e della morte… deve ritornare, ma anche lui avrà una tentazione, quella di restare, di tenere la vita che non gli appartiene, io credo che il Maestro sappia anche questo, potrebbe essere lasciato là fuori, ma non ha detto di no… Tutto è pronto.
“Ora concentrati, il passaggio è senza dolore, ascolta la mia voce, per te sarà come un sogno, quando sarai dall’altra parte devi cercare il tuo amico e indirizzarlo, il resto riguarda il volere di chi è a un piano spirituale oltre il nostro.” – “E’ ora.”
[continua…]
by oliver | October 14, 2017 | Schegge poetiche |
Nel fondo degli occhi
Un gioco sottile
Di evanescenti armonie
by oliver | October 4, 2017 | Riflessioni sul tempo |
“Tempo presente e tempo passato sono forse entrambi presenti nel tempo futuro, e il tempo futuro contenuto nel tempo passato. Se il tempo tutto è eternamente presente il tempo tutto è irredimibile. … Il tempo passato e il tempo futuro, ciò che avrebbe potuto essere e ciò che è stato mirano a un solo fine, che è sempre presente.”
Da “Burnt Norton” di Thomas Stearns Eliot
Fino ad ora si sono presi in esame due modelli di tempo nel loro possibile modo di essere, con alcune caratteristiche che li differenziano sul loro funzionamento, cercando di descrivere le difficoltà che si potrebbero incontrare qualora un viaggiatore potesse andare a verificare, da notare che ci sono altri modelli possibili, a mio avviso, di cui avrei intenzione di parlare in altre occasioni.
L’interazione col Presente è tutt’altro che scontata in questi due modelli, quando si parla di viaggi nel tempo in genere si dice sempre “nel Futuro” oppure “nel Passato”, ma questo dà per assunto che si debba partire da un “Presente”; al momento non abbiamo esempi concreti di altri presenti se non quello in cui viviamo, ed è praticamente normale riferirsi a questo, ma la domanda da porsi sarebbe: una volta che sono “nel Futuro” oppure “nel Passato”, il presente in cui ero prima è sempre il “Presente”? Cioè esiste qualcosa che lo differenzia dagli altri momenti del tempo? Questo è in relazione con un elemento dei preamboli nell’articolo “Le Basi”, cioè sul fatto che ci sia o meno un “Presente Assoluto”.
Ammettiamo a questo punto che nei modelli citati ci si possa muovere sia indietro che avanti nel tempo, con tutto ciò che si porta dietro questa frase; quello che diventa evidente è il fatto che in qualsiasi punto il viaggiatore arrivi, quel momento del tempo diventa il suo presente, un’affermazione che ha diversi tipi di implicazioni.
Principalmente arrivare in un’epoca qualsiasi comporta la situazione che quel momento del tempo esiste, e visto che il “Fiume del Tempo” è considerato come unico, la sua esistenza è assoluta, cioè chiunque lo può raggiungere, partendo da tempi, e quindi da presenti diversi, questo è abbastanza chiaro visto che, nel caso un giorno venga inventata la “Macchina del Tempo” non ci sarebbero più limiti ai punti raggiungibili, o anche ai punti di partenza.
La seconda implicazione, partendo da ciò che si è detto nel paragrafo precedente, non può essere che un’altra affermazione, cioè che nei modelli di “Azione e Reazione” e “Punti Nodali” non esiste un “Presente Assoluto” e tutto il “Fiume del Tempo” è presente nello stesso momento; se questo non fosse chiaro, per fare un esempio, si pensi alla macchina del tempo come un treno sui binari, noi siamo in una stazione, ma se dobbiamo arrivare in un’altra quella deve già esistere e là ci sarà altra gente che può prendere lo stesso o un altro treno per andare in altre stazioni, le quali, parafrasando, sono i diversi presenti in cui possiamo arrivare.
Terzo e non ultimo elemento, il presente in cui stiamo vivendo adesso è un presente personale, che è allo stesso tempo il futuro rispetto ad un tempo passato, oppure viceversa il passato di un tempo futuro, una volta che ci si stacca da questo presente non ci sono più elementi diretti che ci possano far tornare inseriti esattamente nello stesso contesto di prima della partenza, potremo certamente tornare nello stesso momento contemporaneo, ma sarà comunque un altro presente personale e non più quello originario, quindi più che “Viaggio nel Futuro” o “nel Passato” sarebbe più calzante un “Viaggio Avanti nel Tempo” o “Indietro nel Tempo”.
La conclusione a cui si giunge è che, in relazione sempre ai due modelli descritti, tutto sarebbe già stato inventato nel momento attuale, visto che tutto il “Fiume del Tempo” esisterebbe nello stesso momento, con la possibilità di avere Viaggiatori da sempre, o altrimenti nessuno troverà mai il modo di staccarsi dal suo momento Presente.
by oliver | September 26, 2017 | Racconti |
“Maestro guarda, è laggiù” – “Si, lo vedo, sembra un Samurai proveniente dalla battaglia” …
La figura si ergeva all’imboccatura della strada, immobile, come se attendesse… Nessuno ancora aveva osato avvicinarsi, poteva trattarsi di uno sbandato in fuga, l’aspetto era lacero, in lontananza non si distingueva bene, sembrava fosse in osservazione…
“Altra gente lo ha visto, sembra che sia qualche giorno che compare nello stesso luogo, tutti evitano questo passaggio, dicono che si tratta di uno spettro.” – “Inutile attendere oltre, devo andare a vedere che intenzioni ha.”, risolutamente mosse i suoi passi in quella direzione, nessuna reazione scosse lo sconosciuto. Mentre si avvicinava gli parve che la figura fosse in un certo modo familiare, dove lo aveva già visto, continuò a camminare, ormai era giunto abbastanza vicino… ci fu un fremito nell’aria, e il Samurai scomparve alla vista… quando si trovò sul punto poco prima occupato dall’uomo, il Maestro non trovò alcuna traccia… impossibile… nessuno avrebbe potuto muoversi così in fretta e silenziosamente, restò un po’ di tempo in ascolto, lentamente i suoni della foresta riempivano nuovamente l’aria, ritornò sui suoi passi.
Chi poteva essere quel Samurai? La sensazione di averlo già visto non lo lasciava, quel giorno non ricomparve e tutto sembrava tornato alla normalità, la gente aveva saputo dell’episodio, ed era già convinta che tutto si fosse risolto… il giorno seguente era di nuovo là.
Fermo… nello stesso punto, il Maestro tornò ad avvicinarsi e la scena si ripeté nello stesso modo, l’uomo spariva, senza rumore, senza lasciare traccia. Decise che il mattino seguente, nel caso si fosse ripetuto lo stesso episodio, avrebbe guardato meglio l’antagonista dal punto più vicino possibile, e così avvenne.
Si fermò a una certa distanza, si mise ad osservare meglio chi aveva di fronte; l’armatura era logora, lo stendardo stracciato, ancora al suo posto, sventolava nel vento… quale vento… non c’era vento… un silenzio innaturale regnava sovrano… nuovi particolari… abbastanza nitidi… sulla destra, in un punto non facile da notare… una ferita, ampia, non era completamente visibile, ma doveva lacerare l’elmo, sicuramente devastante, non era possibile che fosse sopravvissuto… improvvisamente il ricordo… tese la mano… “Amico mio, sei tornato.”… A queste parole, il fantasma svanì alla vista.
…
Sono un Monaco da tanto tempo ormai, nulla in questa vita mi stupisce, ho visto con gli occhi della consapevolezza oltre le frontiere intangibili all’essere umano, ma reali quanto e più del mondo, e ora la mia presenza è richiesta, lui mi conosce, dice che un’anima perduta compare presso il suo Dojo, un compito arduo si prospetta di fronte, vado lungo sentieri che portano laggiù, il cammino del viandante muove i miei passi.
[continua…]
by oliver | September 18, 2017 | Schegge poetiche |
Perché usare parole
Noi possiamo apprezzare
Un Sorriso
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